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L'aquila di Bonelli uccisa in Sardegna

Esemplare raro introdotto nel Sulcis

Filippo Caleri
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Hanno ucciso un aquila di Bonelli. Un esemplare raro individuato con il nome di Tepilora, una delle prime aquile di Bonelli reintrodotte nell'isola grazie al progetto europeo «Aquila a-Life». E' stato un atto di bracconaggio. Proveniva dal centro di riproduzione in cattività di Vandée in Francia ed era stata rilasciata, insieme ad altre quattro, nell'agosto 2018 all'interno del Parco Regionale di Tepilora. Un esemplare che aveva sorpreso i ricercatori quando, all'apertura della gabbia, spiccò per prima un volo sicuro verso i cieli della Sardegna. A settembre dello stesso anno, però, era stata ricatturata a Muravera, poiché le posizioni fornite dal trasmettitore Gps, di cui era dotata, avevano indicato movimenti troppo limitati. Dopo aver trascorso dieci giorni nella voliera nel parco di Tepilora, era tornata di nuovo in libertà. L'aquila aveva scelto i dintorni del Lago di Monte Pranu, dove stazionava per lunghi periodi. Qui aveva trascorso anche l'ultimo inverno e da qui partiva anche per lunghi viaggi: a maggio si era spinta fino in Corsica per poi fare ritorno nel Sulcis dove è stata volutamente uccisa da una fucilata. L'uccisione dell'aquila è un delitto che, oltre a costituire un reato ai sensi della normativa nazionale e comunitaria, causa un grave danno di immagine alla Sardegna davanti alla comunità nazionale ed internazionale. 

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